La resistenza

Questo libro di Biferali mi è piaciuto molto, a partire dal titolo “Lo scoiattolo della penna”. Si tratta di un soprannome che lo scrittore Cesare Pavese aveva dato a Calvino e che mi fa pensare ad un’esistenza sospesa a mezz’aria come quella del “Barone rampante” che, dopo il rifiuto di mangiare le lumache, decide di andare a vivere sugli alberi. Questa decisione trasmette, secondo me e credo anche secondo lo scrittore, l’idea dell’importanza della libertà nel fare le proprie scelte di vita: decidere cosa fare e come affrontare giorno per giorno le cose che ci capitano davanti e trovare il momento migliore per “scendere dall’albero” e affrontarne le conseguenze.

Però forse le parti che mi sono più piaciute sono quelle in cui Calvino racconta l’esperienza della “Resistenza”. Secondo Calvino, il vero progresso e i veri cambiamenti sono la diretta conseguenza di grandi innovazioni. Solo essendo parte di questi movimenti si ha una vera crescita culturale e si acquista il diritto-dovere a “dire”, cioè intervenire e proporre idee. Questo pensiero mi ha fatto capire quanto, per Calvino, la Resistenza sia stata non solo una guerra ma anche un insegnamento di vita.

Ho anche fatto una domanda a Biferali. Gli ho chiesto se, quando gli viene un’idea per un libro, ha già in mente un finale oppure lo trova andando avanti nella scrittura. Lui mi ha risposto che il finale già lo conosce. Quando inizia un racconto ha già in mente come concluderlo e il finale rimane sempre lo stesso anche se, durante la scrittura, modifica qualcosa.

Joseph Biondi – III F